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Il Bruxismo
1. Cos’è il Bruxismo:
Il bruxismo è un vero e proprio disturbo caratterizzato da un movimento involontario della mandibola che porta a digrignare (bruxismo dinamico) o serrare (bruxismo statico) i denti; infatti il termine bruxismo deriva dal greco brýkhō ‘digrigno i denti’.
Essendo un’attività non finalizzata a una funzione specifica, come potrebbe essere la masticazione, viene definita una parafunzione che può colpire sia adulti che bambini.
Può essere di due tipi:
- Bruxismo diurno è prevalentemente statico: chi ne è affetto tende perciò a serrare e stringere con forza i denti, spesso inconsapevolmente, durante le normali attività quotidiane.
- Bruxismo notturno può portare sia a serrare che a digrignare, cioè a sfregare uno contro l’altro, i denti per 5-10 secondi più volte durante la notte. Tipicamente compare nella fase II del sonno leggero ed è impossibile da controllare consciamente. È la forma più comune perché durante la notte i meccanismi inibitori dello stress calano e senza coscienza vigile il bruxismo si scatena con maggiore frequenza e violenza.
Il Bruxismo è ulteriormente suddiviso in:
- Primario: quando avviene senza patologie pregresse ed è il più comune.
- Secondario: dovuto all’uso di farmaci antidepressivi, ansiolitici, psicostimolanti, per la cura del Parkinson, sostanze stupefacenti o a seguito di assunzione di alcol.
2. Incidenza del bruxismo:
Secondo statistiche ufficiali, il bruxismo è estremamente diffuso con un’incidenza maggiore sulle persone più giovani e tende a decrescere con il passare degli anni.
Circa il 12% della popolazione serra o digrigna i denti regolarmente durante la notte mentre si stima che il 30% della popolazione abbia episodi di bruxismo diurno.
Secondo alcuni studi il bruxismo occasionale arriva a colpire mediamente il 50% della popolazione con punte dell’80% per chi vive nelle aree urbane.
Tutte le più recenti indagini rilevano una tendenza all’aumento del bruxismo nei prossimi anni in tutte le fasce di età della popolazione.
3. Cause del bruxismo
Tutti i più recenti studi scientifici sono concordi nell’individuare come causa del bruxismo lo stress.
Uno stato di forte tensione emotiva dovuto a ansia, paura, rabbia e frustrazione induce i muscoli della bocca a contrarsi e a indurirsi.
È un riflesso fisiologico: infatti quando siamo arrabbiati, ansiosi o ci sentiamo in pericolo, tendiamo a serrare la mascella.
A conferma di ciò si è visto che il fenomeno inizia e si aggrava nelle 24 ore successive ad un evento particolarmente stressante.
In passato si pensava che il bruxismo fosse causato dalla malocclusione dentale, ma recenti studi hanno dimostrato come il bruxismo continui a presentarsi anche correggendo i problemi di occlusione.
La predisposizione familiare è una componente importante infatti circa metà delle persone affette da bruxismo ha qualcuno in famiglia che ne soffre.
Tra le altre probabili cause dell’insorgenza del bruxismo abbiamo il consumo di alcol, di sostanze stupefacenti e il fumo.
Vi sono anche possibili relazioni con le apnee notturne (OSAS).
Resta una causa accertata di bruxismo secondario l’utilizzo di farmaci ansiolitici, anti depressivi e per la cura del Parkinson.
4. Sintomi del bruxismo
Generalmente al risveglio la persona non avverte nessun disturbo in caso di bruxismo lieve o occasionale. Nei casi di bruxismo più intenso o persistente, il sovraccarico dei muscoli masticatori si traduce in dolore al viso, alla testa con sensazione di rigidità diffusa di tutta la parte superiore del corpo.
Chi soffre di bruxismo può svegliarsi direttamente al mattino con sensazione di stanchezza in quanto questo disturbo interferisce con la qualità del sonno.
In casi più severi il soggetto può anche avere dei risvegli notturni, con dolori localizzati alle guance, alle tempie, alla mandibola e alle orecchie.
5. Identificare il bruxismo
Come si riconosce il bruxismo? Possiamo individuare alcuni sintomi fondamentali:
- denti più sensibili al caldo e al freddo;
- denti consumati e livellati;
- fratture dentali;
- dolore alle orecchie;
- sensazione di avere le orecchie tappate;
- acufeni;
- mal di testa, spesso al risveglio;
- secchezza delle fauci;
- tensione cervicale;
- dolore a viso, testa, mandibola e ai muscoli masticatori;
- dolore al tratto cervicale e alla colonna vertebrale;
- vertigini e capogiri;
- difficoltà ad aprire del tutto la bocca;
- clic mandibolari durante l’apertura e chiusura della bocca;
- morsi involontari alla mucosa interna della guancia o alla lingua.
Per avere notizie più dettagliate su come diagnosticare il bruxismo, clicca qui.
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6. Gli effetti del bruxismo
Il bruxismo ha notevoli ricadute negative sulla vita del paziente.
Vediamo alcuni degli effetti più importanti.
- Comparsa di faccette da usura dei denti.
- Retrazione gengivale e perdita dello smalto dentale con maggiore sensibilità al caldo e al freddo.
- Esposizione della dentina che diventa bruna e non gradevole esteticamente.
- Maggiore insorgenza di carie dovute alla mancanza di protezione.
- Appiattimento, scheggiature dei denti e mobilità dentale dovuta a danni all’osso alveolare.
- Limitazioni nell’apertura e nella chiusura della bocca con possibili clic e rumori.
- Con il tempo disfunzioni e artrosi dell’articolazione temporo-mandibolare.
- Dolore ai muscoli masticatori in quanto sovraccaricati.
- Affaticamento e dolori dei muscoli facciali, del collo e della schiena con contratture muscolari diffuse.
- Mal di testa, soprattutto al risveglio e che parte della tempie.
- Mal d’orecchio, acufeni e sensazione di orecchie tappate.
- Compromissione degli impianti dentali.
7. Trattamento del bruxismo
Non esiste una terapia risolutiva ma un insieme di trattamenti e buone pratiche che possono ridurre sensibilmente i danni, la forza e la frequenza del bruxismo.
- Bite: dispositivi da indossare, duri o morbidi, che riducono la tensione muscolare e proteggono i denti dall’abrasione.
- Integratori alimentari con componenti che aiutino a rilassare la muscolatura e a ridurre i livelli di ansia e stress.
- Osteopatia: tratta la muscolatura interessata nella masticazione e aiuta a ridurre le tensioni accumulate.
- Automassaggi: utili in quanto possono essere effettuati in autonomia e più volte durante il giorno.
- Farmaci miorilassanti, sotto prescrizione medica per via dei loro effetti collaterali.
- Tecniche per la riduzione dello stress: fondamentali e sempre da associare a tutte le indicazioni precedenti, quali tecniche di respirazione e meditazione.
- Sport che aiutano a scaricare le tensioni accumulate come yoga, pilates ma anche una passeggiata rilassante nella natura.
- Psicologo: essenziale per capire l’origine dello stress e dell’ansia e per suggerire terapie comportamentali adatte e personalizzate.
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